Affianco agli adulti nei mesi invernali, l’esperienza teatrale accompagna l’estate di tanti giovani (e ormai non solo), che portano in scena un altro genere teatrale, il Musical. Un’esperienza a 360 gradi che anima molti ragazzi per tutti e tre i mesi estivi, raccogliendo l’intera comunità massese, che a centinaia riempie la piazza al debutto dei ragazzi; essi attraverso la bellezza delle arti sceniche che caratterizzano il Musical, parlano al cuore di tanti di cose che altrimenti, noi adulti non saremmo sempre disposti ad ascoltare.
Di anno in anno il gruppo si arricchisce di ragazzi e di talenti, molti nella comunità vengono coinvolti, dalle signore a cucire, ai ragazzi che si occupano dei dettagli, dalle coreografe dell’intero comune massese che ci accompagnano collaborando tra loro, ai numerosi sponsor che ci fanno sentire in maniera sempre più forte la loro benedizione."Pinocchio", "Grease", "Scugnizzi", "Once Upon a Time", "Mamma Mia", "Sister Act" e la prossima estate? Vieni a scoprirlo con noi!
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Agosto 2022 "Sister Act"
Dall’ultima replica di Sister Act è già passato un bel po’ di tempo eppure ho ancora dentro di me tante di quelle emozioni che sembra ancora tutto così presente. La domanda che mi fanno la maggior parte delle persone quando le luci della ribalta si spengono è: “Ma perché ti emozioni così tanto a fine spettacolo?!”. Puntualmente non rispondo mai, mi limito a sorridere. Ci sarebbero così tante cose da dire… Sapete, lo spettacolo non è solo quello che si vede dalla platea, quello fatto di luci, costumi, scenografie, canzoni, coreografie. Quella, in realtà, è solo una piccola e meravigliosa parentesi di un viaggio magico che dura mesi. Ciò che lascia veramente il segno sono le prove. È così strano e allo stesso tempo stupendo vedere come piano piano tutto prende forma. Il sudore, la fatica, le sconfitte e le vittorie, la battuta ripetuta mille volte perché non ti entra in testa, la canzone cantata continuamente sotto la doccia perché ha quella “nota lì”, la coreografia ripetuta mentalmente prima di andare a dormire per paura di dimenticare qualche passo, le aspettative, le ansie, le trepidazioni, i conti alla rovescia…all’improvviso tutto ha un senso, una logica imprevedibile, un significato inaspettato. E poi ci sono loro…tutti loro, che hanno vissuto con te queste emozioni rendendole così uniche ed inimitabili, con cui hai costruito un sogno. Ed è questa la vera magia: la condivisione. Si lavora tutti insieme per raggiungere lo stesso obiettivo. Se si ci sofferma solamente a distinguere chi “brilla di più” rispetto a chi “appare di meno” è semplicemente una pura superficialità. Perché l’arte è collaborazione. Tutti quelli che prendono parte a questa strana macchina donano una parte di sé, anche solo per la loro presenza. È lo stare insieme che conta. Il ritrovarsi in quelle sere d’estate nel campetto umido, dopo una lunga giornata di lavoro o di studio o di semplice e pura vacanza. E anche se un po’ sbuffavi quando arrivava il fatidico messaggio whatsapp “stasera prove ore 20.00 PUNTUALI!” alla fine eri lì. E magicamente la stanchezza passava, i pensieri ti abbandonavano, ogni angoscia lentamente svaniva. Catapultati in un mondo parallelo dove tutto è possibile. Che strano no?! E il dietro le quinte? Quello è uno spettacolo nello spettacolo. Il caos, I microfoni, i trucchi, i cambi veloci, il borotalco, l’imodium, i cambi scena, le scalette appese ovunque, le gaffe, i conteggi, le corse, l’aspettasti dietro le quinte, “QUALCUNO HA UN PO’ DI ACQUA?!”, gli abbracci veri, il tifo silenzioso per chi è in scena, le lacrime, i sorrisi, i bui, i vuoti di memoria, la comunicazione fatta di gesti e sguardi, il capirsi senza parlare. Ecco, a fine spettacolo io mi emoziono per tutto questo. Perché guardando gli occhi di tutti i miei compagni d’avventura, leggo la soddisfazione, la gratitudine, la gioia, il “ce l’abbiamo fatta”. Non nascondo che la fatica durante il tragitto è stata molta. Personalmente quest’anno Deloris Van Cartier mi ha messa a dura prova con la sua sfacciataggine, la sua esuberanza, la sua tenacia, la sua capacità di dire la cosa sbagliata nel momento sbagliato. Mi ha messo di fronte ai miei limiti. Avevo due opzioni: o lasciar perdere o affrontarla. La tentazione di rinunciare c’è stata, lo ammetto. Molte volte ho pensato di non esserne all’altezza e di non farcela. Ma è proprio in quei momenti che c’è sempre stato qualcuno a tenermi per mano e ad aiutarmi. Perché da soli non si va da nessuna parte. A fine di questa magica e pazza avventura, che custodirò gelosamente nel mio cuore, posso dire di esserne uscita con una consapevolezza in più: è vero, non siamo perfetti e non possiamo pretendere di eccellere in tutto. Ma con il giusto impegno e soprattutto con il giusto supporto delle giuste persone, i miglioramenti accadono. Mai precludersi l’opportunità di fare qualcosa solamente perché pensiamo di non esserne all’altezza o peggio ancora per paura. Provate. Provate sempre. Anche se cadete. È dai fallimenti che si diventa più forti. “Ci auguro” di vivere una vita con il giusto pizzico di magia. Non è vero che sognare è sbagliato. In un mondo che va così veloce c’è bisogno dei sogni, della magia, della fantasia, dell’arte. Brillate più che potete perché “Siete una favola”. Ricordatelo sempre.
Rossella Gallieri
Agosto 2021
Testardaggine? Si potrebbe maggiormente definirla come fermezza, o determinazione. Stiamo parlando dello spirito che ci ha animato nel voler realizzare “a tutti i costi” questo spettacolo che, già sulla carta, risultava impossibile da mettere in scena. Sarebbe stato difficilissimo, creare una piattaforma che ci permettesse di effettuare prenotazioni per la distribuzione ed il distanziamento sicuro delle persone; controllare il Green-pass che permetteva l’accesso; fare un tampone a tutto il Cast prima di andare in scena ed isolare l’area spettacolo chiudendo tutti gli accessi al palco; trovare i fondi per questa esperienza senza poter contare su nessun finanziamento. Sarebbe stato difficile, ma difficile non è impossibile! Non è impossibile reagire con ponderazione, prudenza ed elasticità alle sfide che la vita ci pone innanzi, che siano uno spettacolo o la gestione della vita comune e delle nostre famiglie. L’alternativa è il non far nulla, chiudendosi in casa, o far finta che le situazioni ed i pericoli non esistano per non subire il disagio che comporta il cambiamento, l’elasticità, lo sforzo di diventare consapevoli e maturi. Non sappiamo quale sia stato il reale valore artistico di questa messa in scena, e forse, dati gli eventi, con certezza passerebbe in secondo piano, ma sappiamo che ciò che appariva impossibile è diventato possibile grazie allo sforzo e alla disponibilità di tanti, sappiamo di non esserci arresi! Lo scopo del nostro fare spettacolo non è il palcoscenico come tale, ma tutto il cammino che silenzioso si nasconde dietro di esso e che ci apre alle domande che poi affronteremo duramente nella vita. Dopo questa esperienza per noi si è aperta una domanda forte e potente: “Realmente tutte le altre sfide della nostra esistenza che definiamo “impossibili” sono tali?"